Numerose patologie reumatologiche di interesse diffuso e di una rilevanza significativa, soffrono purtroppo di un ritardo diagnostico. Questo riguarda soprattutto le spondiliti, su cui il ritardo diagnostico medio è di 7-8 anni, ma riguarda anche patologie differenti come per esempio la fibromialgia, su cui si registrano dei tempi prolungati per poter arrivare ad una diagnosi definita.
Considerando che le patologie infiammatorie articolari si caratterizzano per determinare un danno erosivo e una alterazione significativa sia nella vita di relazione del paziente, ma anche della vita sociale e della vita lavorativa.
Il fatto di ritardare nell'approccio diagnostico corretto comporta alcune situazioni che coinvolgono il danno anatomico che poi risulta irrimediabile, e di condizionare poi la vita dell'individuo in maniera determinante.
Ne parliamo con Marco Gabini, segretario generale SIR e direttore UOC di Reumatologia a valenza regionale presso l'ospedale civile Spirito Santo di Pescara.