La qualità della vita del paziente è condizionata dalla precocità della diagnosi. Grazie a una diagnosi precoce è possibile evitare le conseguenze correlate al danno della parete del vaso.
Ad esempio, la vasculite dei grandi vasi infiamma la carotide esterna ed interna. Quando infiamma la carotide esterna insorgono sintomi cranici come la cefalea. Quando invece c’è un interessamento della carotide interna, il mancato riconoscimento dell’infiammazione può portare a ischemia vascolare del nervo ottico e quindi a cecità. Le vasculiti hanno la peculiarità di recidivare, per sono necessarie lunghe terapie salva-vita che espongono però a tutta una serie di effetti collaterali.
Dall’analisi di 120 pazienti trattati con terapia immunosoppressiva per più di due anni è emerso la presenza dei seguenti effetti collaterali: 40% cataratta, 31% ipertensione arteriosa e 38% fratture ossee, 9% diabete.
Ne parliamo con Gianluigi Bajocchi, Unità operativa complessa di Reumatologia, Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.