Con il termine di spondiloartriti si intende un gruppo di condizioni patologiche accomunate da alcuni aspetti eziopatogenetici, clinici, diagnostici e terapeutici. Si tratta di condizioni infiammatorie a interessamento prevalentemente articolare, che possono coinvolgere la colonna vertebrale, il bacino, le articolazioni assiali del massiccio toracico, le articolazioni periferiche e le entesi, cioè i punti in cui i legamenti si ancorano all’osso.
Sono caratterizzate da dolore notturno, dolore aggravato dal riposo e che migliora con il movimento, spesso associato a una rigidità mattutina importante.
In qualità di artriti possono causare gonfiore, rossore, rigidità articolare e una disabilità funzionale, soprattutto durante le prime ore della mattina. Spesso queste affezioni sono associate a manifestazioni extra-articolari che aiutano in fase di diagnosi, come psoriasi, malattie intestinali, infezioni oculari.
Nello specifico con il termine “spondiloartriti” si indica una varietà di affezioni: la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica, le forme enteropatiche associate alle malattie infiammatorio-intestinali, le forme reattive a infezioni gastrointestinali o genitourinarie e le spondiloartriti indifferenziate. I reumatologi però dispongono anche di alcuni criteri di classificazione più specifici che consentono una migliore identificazione delle diverse patologie e risultano di grande utilità ai fini diagnostici.
Ne parliamo con Monica Todoerti, Dirigente Medico, Specialista in Reumatologia presso l’Ospedale Civile di Alessandria.