È utilizzato frequentemente il termine “malattie reumatiche” piuttosto che “malattie reumatologiche”. Questo accade perché si fa riferimento alla diffusa convinzione che tutte le patologie siano uguali e vadano annoverate in un unico gruppo che coinvolge le articolazioni. Se in passato erano definite malattie reumatiche le patologie causate da un’infezione da germi che conduceva a delle artriti, oggi le malattie reumatologiche sono molte di più.
Il termine “reumatico”, perciò, è riduttivo e improprio ed ha una pesante ricaduta pratica. Spesso una malattia reumatologica viene diagnosticata in ritardo, poiché il paziente pensa che si tratti di un semplice reumatismo e basti un analgesico per calmare il dolore. Con una diagnosi tardiva però si rischia un danno funzionale permanente e questo ritardo è spesso dovuto all’impropria terminologia in uso. È un problema non solo semantico ma ben più profondo, soprattutto se si considera che oggi si dispone di risorse terapeutiche che permetterebbero al paziente di condurre una vita normale. Ultimo aspetto: le malattie reumatologiche non sempre hanno al centro le articolazioni, per esempio le vasculiti sistemiche spesso presentano molte più manifestazioni extra-articolari che articolari.
Ne parliamo con Guido Valesini Professore Emerito di Reumatologia, Università “La Sapienza” di Roma.